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Claude Miller (Parigi, 1942) ha frequentato la scuola di cinema IDHEC e agli inizi ha collaborato con registi come Robert Bresson, Jean-Luc Godard e François Truffaut di cui è stato allievo. Nel 1975 ha diretto l’opera prima, La meilleure facon de marcher (Il modo migliore di camminare) che ottiene sei nomination ai Cesar e il Premio per la Miglior Fotografia. Di seguito ha diretto Dites lui que je l’aime (Gli aquiloni non muoiono in cielo) e nel 1981 Garde à vue (Guardato a vista) premiato con quattro Cesar (sceneggiatura, montaggio, attore e attore non protagonista). Dopo una seire di film di successo, nel 1988 ha portato a termine La petite voleuse (La piccola ladra), un progetto ideato da Truffaut rimasto incompleto a causa della morte del regista. Nel 1998 ha vinto il Premio della Giuria a Cannes con La classe de neige. Mentre con La chambre des magiciennes si è aggiudicato il FIPRESCI a Berlino. Riconoscimento che ha ricevuto anche a Montreal con Betty Fisher et autres histoires, dove ha vinto il Grand Prix des Amériques nel 2007 con Un secret. Quest’anno, oltre a Je suis heureux que ma mere soit vivante, ha diretto il documentario Marching band.
La nostra identità è come un pezzo di stoffa i cui contorni sono delineati dalla nostra infanzia. La presenza di coloro che ci hanno cresciuto, i nostri genitori, ha creato le basi di ciò che siamo. Ma cosa succede quando c’è un’assenza? È una delle domande che pone il film.
Claude & Nathan Miller
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