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MARINA SPADA TORNA ALLE GIORNATE CON UN DOCUMENTARIO SULLA POETESSA ANTONIA POZZI
11/09/2009
L’ultimo documentario presentato alle Giornate degli Autori, Poesia che mi guardi di Marina Spada, è stato proiettato oggi davanti ad un pubblico commosso dalla storia di Antonia Pozzi, poetessa italiana ancora poco conosciuta.

Il film si apre con immagini di Milano, città natale sia della regista che della protagonista del documentario – oltre che set del precedente film della Spada Come l’ombra, presentato sempre alle Giornate degli Autori nel 2006. Contiene brani delle poesie e video girati dalla Pozzi, ragazza della buona società milanese, che aveva cominciato a scrivere versi penetranti e maturi nel suo diario fin da quando aveva 13 anni. Oppressa in famiglia (suo padre era un simpatizzante del fascismo) e mai accettata dai circoli letterari milanesi prevalentemente maschili, si suicidò all’età di 26 anni nel 1938.

La poesia e la vita della Pozzi vengono raccontate anche grazie a Maria (Elena Ghiaurov), una studiosa del lavoro della poetessa, e agli H5N1, un gruppo di “artisti di strada” di Milano che Maria ha incontrato e che affiggono le loro poesie originali sui muri e gli edifici di Milano così come i lavori della Pozzi.

Per la regista la poesia è importantissima, fin da quando, adolescente, ha letto per la prima volta “Howl” di Allen Ginsberg, che ha segnato un cambiamento nella sua vita.

Ha detto di aver realizzato Poesia che mi guardi per rendere visibile “una delle più grandi poetesse del XX° secolo, ignorata dalla storia. Ma mentre facevo le mie ricerche, a volte ho provato davvero rabbia nei confronti di Antonia per essersi uccisa, per non aver dato alle persone la possibilità di incontrarla e di cambiare la sua vita”. La Spada è inoltre convinta che Antonia Pozzi, che aveva cominciato a dilettarsi con una videocamera prima di morire, si sarebbe unita alla Resistenza durante la Seconda Guerra mondiale e sarebbe poi diventata una regista.

La regista ha poi affermato di dovere molto alla sua produttrice Renata Tardani della Miro Film, che è stata la sua prima critica, infondendo forza alle molte stesure della sceneggiatura che lei, Marella Pessina e Simona Confalonieri hanno scritto.

Poesia che mi guardi dura 52 minuti ed è stato realizzato con 150.000 euro ed è stato completato solo di recente. La Tardini ha detto che le aspetta ora l’arduo compito di trovare un distributore nazionale e internazionale.

Report di Natasha Senjanovic per www.cineuropa.org

Nella photogallery (a sinistra), immagini della presentazione a Venezia.