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“BARKING WATER”, UN ROAD MOVIE POETICO SUL RITORNO A CASA
11/09/2009
Barking Water di Sterling Harjo rappresenta la quintessenza del cinema americano, nonostante parli di un’America che la maggior parte delle persone, soprattutto fuori dagli Stati Uniti, non hanno probabilmente mai visto. Ma questo non ha impedito al pubblico di esprimere il suo caloroso entusiasmo per il film alla sua prima internazionale alle Giornate degli Autori.

In questo road movie attraverso i vasti territori dell’Oklahoma, Stato in cui è nato Harjo, Frankie (Richard Ray Whitman), un nativo americano malato terminale, viaggia verso sud con l’amore della sua vita, Irene (Casey Camp-Horinek), la donna con cui ha vissuto e da cui si è separato innumerevoli volte, nella speranza di vedere sua figlia e sua nipote prima di morire. Ma il film è anche la storia di un rapporto tra due persone anziane, un tema raramente trattato sullo schermo, come ha detto il regista.

Harjo – che ha origini Seminole, Creek e perfino un nonno italo-americano –ha detto di aver fatto ricorso molto all’improvvisazione mentre girava il film, che è allo stesso tempo minimalista e pieno di vita, e aggiunge una voce importante sia alla cinematografia indipendente americana che all’arte dei nativi. Ha aggiunto: “sebbene il film abbia delle sua specificità commerciali, la storia è universale. Credo che il pubblico di qualsiasi parte del mondo, come quello qui a Venezia, si senta coinvolto da temi come la morte, l’amore e la vita”.

Il produttore Chad Burris ha detto al pubblico che “per ottenere quanto più spazio possibile nei soli 17 giorni a disposizione, abbiamo dovuto girare con una troupe ridotta, di 10-11 persone, piccole videocamere HD, molte delle quali a spalla, e quasi sempre con la sola luce naturale”

Il film è stato realizzato con meno di 200.000 euro, i titoli di testa sono pieni di membri della famiglia di Harjo, eppure Barking Water non dà mai la sensazione di essere improvvisato. Le ragioni risiedono senz’altro nell’uso sapiente dei paesaggi naturali dell’Oklahoma splendidi (nonostante spesso siano decadenti) e nella stessa struttura del film. “Ho sempre amato i road movie, come Strada a doppia corsia, che ho fatto vedere ai miei attori”, confessa Harjo. “Ma si può anche aumentare il valore commerciale di una storia low-budget usando il paesaggio anziché avere tutti gli attori seduti in una stanza”.

Tuttavia il film non sarebbe così potente se non avesse una storia e dei personaggi così ben scritti e diretti. Né Whitman né la Camp-Horinek avevano molta esperienza nella recitazione, ma interpretano i loro personaggi al meglio. Whitman è particolarmente commovente nel ruolo di un mascalzone giunto alla fine della sua vita, che, bene o male, ha sempre vissuto seguendo i suoi impulsi, e che vuole anche morire a modo suo.

Il film presenta dei flashback seppiati o in bianco e nero, che non danno mai comunque la sensazione di una forzatura, e la meravigliosa colonna sonora (che comprende brani delle cantanti originarie dell’Oklahoma Fiawna Forte e Samantha Crane) aggiunge molto alla poesia del film. In una scena particolarmente commovente, Frankie dice ad Irene che quello che gli manca di più dell’essere giovani è la magia. Che è proprio quello che ci ha trasmesso Harjo con il suo viaggio.

Barking Water sarà distribuito negli Stati Uniti il prossimo autunno da Lorber HT.

Nella photogallery (a sinistra), immagini della presentazione a Venezia.

Report di Natasha Senjanovic per www.cineuropa.org