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"VIDEOCRACY" DI ERIK GANDINI SCUOTE IL LIDO
04/09/2009
L'italiano trapiantato in Svezia Erik Gandini ha fatto colpo sul Lido col suo documentario d'inchiesta Videocracy sull'impero mediatico creato da Silvio Berlusconi, che a sua volta ha alimentato lil suo impero politico. La proiezione delle Giornate degli Autori assieme alla Settimana della Critica ha avuto un tale successo che è stato necessario programmare una replica del film.

Gandini dice di aver fatto il film, prodotto dalla svedese Atmo (con Zentropa) per un budget di 600.000 Euro, inizialmente solo per i suoi amici svedesi. "Ridevano dell'Italia", ha detto durante l'incontro con il pubblico, "ma volevo mostrar loro che non c'era proprio niente da ridere. Infatti, hanno smesso di ridere e quando il film è uscito in Svezia, è stato chiamato "il film horror dell'anno".

Per gli stranieri, la tv italiana con le sue maggiorate seminude è un concetto difficile da capire. Per Gandini, l'intera cultura delle veline - è iniziata con un programma apparentemente inoffensivo degli anni Ottanta. Un quiz con le casalinghe che si spogliavano quando un concorrente rispondeva correttamente alla domanda. "Scherzavamo su questo show, era ridicolo. Non sapevamo che stavamo osservando il futuro", dice Gandini. Poco dopo Berlusconi fonda le sue prime televisioni private, la cui programmazione era una variazione sullo stesso tema, con la premessa di divertimento e felicità nel Belpaese. Quella creata, secondo Gandini, era "una cultura fatta di banalità che sembra innocua, ma non lo è affatto. E' una forza pericolosa. Questa cultura televisiva ha creato Berlusconi e lo ha portato dove è adesso".

Videocracy mostra alcuni momenti di questi programmi, ma si concentra su tre personaggi principali. Il primo è Ricky, un giovane che non desidera altro che cantare e ballare in tv e raggiungere così l'immortalità televisiva. I secondo è Lele Mora, famoso agente dei divi tv, che dichiara apertamente di essere fascista. Il terzo è Fabrizio Corona, il paparazzo senza scrupoli che ha creato un nuovo business. Oltre a propinare foto scandalistiche alle riviste, le vende anche ai soggetti fotografati, che pagano profumatamente per tenerle lontane dalle pagine dei giornali (Corona ha passato 80 giorni in galera per estorsione).

Il facile accesso che ha avuto Gandini a Mora e Corona è indicativo di questa industria monopolizzante. "Neanche negli studi televisivi è stato difficile girare. Questo mondo è fatto di autoesposizione, funziona così. Sono felici di avere visibilità all'estero, qualsiasi tipo di visibilità".

Quella che emerge è una cultura con pochi limiti e morale, nella quale ogni azione, una volta immortalata in tv, è immediatamente assorbita e giustificata (come i recenti scandali sessuali del premier). Questo problema, comunque, è alla radice del potere televisivo, che glorifica gli eventi attraverso una trasmissione continua, spesso distogliendo l'attenzione da faccende ben più serie.

Nella photogallery (a sinistra), immagini della presentazione a Venezia.

Report di Natasha Senjanovic per www.cineuropa.org