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CELDA 211 – CELL 211
Spagna, Francia - 2009, 111’, 35mm, colore - Prima Mondiale
regia di Daniel Monzón
sceneggiatura Jorge Guerricaechevarría, Daniel Monzón
fotografia Carles Gusi
montaggio Cristina Pastor
musica Roque Baños
scenografia Antón Laguna
interpreti
Luis Tosar (Malamadre)
Alberto Ammann (Juan Oliver)
Antonio Resines (Utrilla)
Marta Etura (Elena)
Carlos Bardem (Apache)
Manuel Morón (Almansa)
Luis Zahera (Releches)
Vicente Romero (Tachuela)
produttori Emma Lustres, Borja Pena, Juan Gordon, Álvaro Augustin
produzione
Vaca Films
C/ Real 11, 3 Izq. 15003 A Coruña, Spain
Tel. +34 881917566 - Fax: +34 881 894 671
www.vacafilms.com
Morena Films
Fernando VI, 17, 2º, 28004 Madrid, Spain
Tel.: +34 917002780 - Fax +34 913194432
www.morenafilms.com
Telecinco Cinema
Carretera de Fuencarral, Alcobendas nº 4, 28049 Madrid, Spain
Tel. +34 912014200 - Fax +34 913966182
www.telecinco.es
co-produzione La Fabrique 2
vendite internazionali
Films Distribution
34, rue du Louvre 75001 Paris, France
Tel. 33 1 53 10 33 99 - Fax +33 1 53 10 33 98
www.filmsdistribution.com
ufficio stampa
Viviana Andriani, Rendez-Vous
viviana@rv-press.com
Tel. +33 1 42 66 36 35 A Venezia: Cell. +39 348 331 6681, +39 347 384 2590
sinossi Juan Olivier è un secondino alle prime armi che ha la sfortuna di iniziare il nuovo lavoro lo stesso giorno in cui scoppia una rivolta tra i carcerati. Coinvolto dal capriccio del destino in queste tragiche circostanze, Juan deve sfruttare al massimo la sua risorsa più preziosa: l’intelligenza. In questa situazione si rende conto di essere tutt’altro che l'uomo timido, fragile e di buone maniere che aveva sempre pensato di essere e scopre di avere le doti per sopravvivere sull’orlo di un abisso.
Politicamente scorretto, cattivo, lucido. Daniel Monzòn tira fuori dal cappello un gioiello del cinema carcerario che digeriremo a fatica e che riscrive alcune delle regole del genere. La prigione non è la livella di Totò, le gerarchie sono precise e impietose: in Spagna possono morire essere pestati, violentati, umiliati tutti, tranne “i nostri amici del Nord” (i terroristi baschi dell’Eta). E tutto e tutti sono sacrificabili per la ragion di stato (tutto il mondo è paese): una rivolta dietro le sbarre, richieste più ragionevoli dentro che fuori, un uomo che il fato vuole far passare dalla parte più scomoda. Attori ottimi, facce da galera (Luis Tosar e Carlos Bardem, Mala Madre e Apache), la disperazione che flirta con la rivoluzione per scegliere il tradimento. Perché dentro a un carcere, la parte giusta non esiste.
Boris Sollazzo
note di regia
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