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Massimo Coppola

La Milano di oggi, vista dal finestrino di una vecchia Fiat (la stessa con la quale Bianciardi fece e raccontò un viaggio in Marocco), fa da sfondo alle voci degli amici e dei familiari che rievocano Luciano Bianciardi, l’anarchico, l’intellettuale coltissimo ma appassionato della cultura popolare, di calcio, tv, canzonette. E poi il traduttore, il lavoratore precario antelitteram, addirittura l’opinionista e il personaggio televisivo. Quello della vita agra insomma, che non è solo il titolo di un romanzo ma agra e dolorosa lo era per davvero nonostante tutto. Non è rimasto niente di allora, di quella stagione della cultura italiana: i libri, la tv, il calcio, le canzoni. Non è rimasto niente della miniera di Ribolla che saltò in aria e accese la rabbia di Bianciardi fino alla fine della sua vita. O forse, è rimasto tutto. Tutto quello che Bianciardi aveva già visto quarant’anni fa: la sconfitta, la fine delle speranze, l’impossibile fuga dalla grigia normalità della vita e dall’inesorabilità del potere.

Massimo Coppola, nato a Salerno nel 1972, dopo essersi laureato in Filosofia della Scienza (1999), ha svolto un Dottorato di ricerca in Scienze Cognitive, ma dopo due anni di attività presso le facoltà di Milano e di Torino ha abbandonato la carriera accademica.
Ha collaborato e collabora con diverse testate giornalistiche (Intervista, Kult, Rockstar, Rolling Stone).
Attualmente dirige insieme a Giacomo Papi la Isbn Edizioni, casa editrice di Milano.
Fa parte di un gruppo di ricerca artistica con cui ha realizzato diverse installazioni audiovisive in presa diretta (tra le quali "Musica per divano preparato" presso la Galleria d'arte Contemporanea di Trento e poi presso ASSAB ONE).