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VIVA L’ARAGOSTA!
07/09/2007
Com’era prevedibile, la popolare attrice e regista Sabina Guzzanti ha ricevuto una clamorosa standing ovation al termine della proiezione ufficiale di Le ragioni dell’aragosta. Ancora una volta la Guzzanti ha realizzato un film che mescola aspetti personali e politici, ma mentre Viva Zapatero! trattava in modo esplicito le diverse questioni legate alla censura del suo programma Raiot in particolare, e della situazione della satira televisiva in Italia in generale, in questo film utilizza il mockumentary per trattare il tema doloroso e spesso paralizzante della preparazione all’attivismo politico: l’autoanalisi e la nostra fede nelle convinzioni e nei progetti per i quali ci battiamo.
Nel film un gruppo di attori, tutti membri del cast del popolare programma degli anni ‘90 Avanzi, si ritrovano nel 2006 per mettere in scena uno spettacolo di beneficenza per cercare di richiamare l’attenzione sul problema dei pescatori di aragoste in Sardegna. Secondo la Guzzanti, l’aspetto più complicato da affrontare è stato quello“di chiedere agli attori la più ardua performance che si possa chiedere ad un attore: interpretare se stesso”.
Lavorando senza alcun tipo di sceneggiatura e affidandosi esclusivamente alle proprie capacità di improvvisazione, l’attrice comica Cinzia Leone ha detto che il film è politico proprio perché “tratta di fragilità e paure. In Italia il vero problema è che si parla di attivismo politico e di impegno senza parlare degli esseri umani. Ci mancano gli strumenti intellettuali per esprimere le nostre infinite sfumature interiori”.
Il risultato è uno sguardo intimo su queste sfumature, e su come esse giochino un ruolo imprescindibile nei processi creativi e nella dedizione di ciascuno di noi, che, per la Guzzanti è stata la risposta alla domanda principale che le veniva posta dagli spettatori del suo precedente film: “Cosa possiamo fare per cambiare le cose?”
“Questo senso di impotenza generalizzato mi ha spinta a porre la questione su un piano ulteriore” ha detto “a chiedere cos’è che ci trattiene dall’agire e dal reagire, sia quando le nostre azioni possono avere un peso, sia quando non l’avranno. Ovviamente non abbiamo la risposta ma dobbiamo lavorare con quello che abbiamo, con la speranza che lentamente si sviluppi in ciò che facciamo. E dobbiamo essere sicuri di avere qualcuno accanto, quando le nostre insicurezze ci conducono verso il crollo, per aiutarci a non chiuderci nel nostro isolamento”.