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INTRIGHI DI PROVINCIA IN FREISCHWIMMER
06/09/2007
In una piccola, idilliaca cittadina tedesca, il giovane Rico (Frederick Lau) viene tiranneggiato da Robert, la star della squadra di nuoto della scuola, che muore avvelenato da un bigné destinato a Rico. Si è trattato di omicidio? Di una reazione allergica? Perché il preside teme le indagini della polizia? E cosa nasconde l’insegnante Martin (August Diehl) a casa sua?
Il film di Andreas Kleinert, Freischwimmer , inizia come un tipico film di genere americano, di quelli ambientati nei college, prima che “la storia diventi oscura e sempre più kafkiana, trasformandosi lentamente in un’opera europea che tocca generi diversi” dice il regista.
Quando altri omicidi cominciano ad aver luogo, diventa evidente che la pace e la tranquillità di questo piccolo paese sono legate ad uno dei temi principali del film. Rico è praticamente sordo senza il suo apparecchio acustico e quando lo toglie gli spettatori sentono solo i suoni soffocati che lui percepisce, mentre Martin lavora su un progetto artistico segreto che nessuno può vedere, nemmeno la sua fidanzata. Entrambi sono degli outsider alla ricerca del silenzio in una società che non li accetta e che perciò li sospetta dei crimini.
Lau dice che è stato relativamente facile per lui prepararsi per il ruolo: “Ho sempre osservato le persone emarginate, e comprenderle significa semplicemente aprire gli occhi e chiederci come vivono il fatto di essere esclusi e cosa provano”.
Sotto il cielo assolato di questa “cittadina qualsiasi”, l’inquietante climax della storia viene rivelato solo qualche attimo prima della fine, e dopo che anche l’unico personaggio veramente positivo è stato sacrificato. Questo, dice il regista cinematografico e televisivo, è il messaggio più forte del film: “Non puoi sopravvivere in questo mondo se sei un buono. Ciascuno di noi ha un lato oscuro che non rivela a causa delle convenzioni [sociali], e nella vita devi scendere a compromessi con alcune parti della tua interiorità per adattarti, fino a quando alla fine perdi tutto ciò che è buono”.
La straordinaria, decisa fotografia dai colori saturi (ulteriormente lavorati in post-produzione) contraddice un budget da 1,5 milioni di euro, cosa della quale Kleinert va fiero visto che la produzione ha dovuto adattarsi per la metà del budget originariamente richiesto.


Interview Kleinert        Interview Kleinert