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LA VITA NE “LA ZONA”
05/09/2007
Fino a dove ci spingeremmo per proteggere noi stessi da presunte minacce esterne? Verso quali eccessi ci stiamo già dirigendo? Sono queste sono le domande poste dal film d’esordio del regista residente in Messico Rodrigo Plá, La Zona, basato sull’omonimo racconto di sua moglie Laura Santullo, che ha scritto anche la sceneggiatura, accolto alla proiezione ufficiale delle Giornate degli Autori con dieci minuti di applausi.
Tre teenager penetrano nella casa di un’anziana signora residente ne “La Zona”, un quartiere blindato nel cuore di Città del Messico, ma il loro tentativo di rapina va storto: la donna resta uccisa e i guardiani sparano a due dei tre ladruncoli mentre il terzo, Miguel (Alan Chávez), fugge e si nasconde nello scantinato del sedicenne Alejandro (l’esordiente Daniel Tovar).
I residenti formano delle pattuglie per stanarlo e, mano a mano che la loro paranoia cresce, aumenta il desiderio di vendetta secondo il principio dell’”occhio per occhio”. Solo Alejandro sente il bisogno di superare i propri pregiudizi e le proprie paure, diventando un po’ alla volta amico di Miguel e, così facendo, dovrà affrontare la prima decisione da persona adulta della sua vita.
Nemmeno i poliziotti possono attraversare i confini della comunità e tutti possono sono corrotti, la polizia che chiude un occhio e i ricchi che finanziano la polizia, in una storia nella quale la giustizia da vigilantes rispecchia le guerre e le aggressioni “preventive” che l’occidente sta conducendo contro quelli che considera i suoi nemici, per garantirsi uno stile di vita da privilegiati.
Laura Santullo ha detto che la storia e il film vogliono denunciare “una condizione sociale che prolifera in tutto il Sud-America” e che Rodrico Plá considera paradossale. “La gente che vive in queste comunità acconsente a privarsi della propria privacy e della libertà” ha detto “per vivere circondata da telecamere, in una situazione da Grande Fratello”. Una volta lì, perde il contatto con la realtà esterna, convincendosi sempre più che i poveri meritino qualsiasi disgrazia capiti loro.
Con un messaggio che ricorda quello del capolavoro di Arthur Miller sulla paranoia sociale e sulla caccia alle streghe, The Crucible, La Zona ci lascia con la sensazione che la nostra responsabilità individuale verso la polarizzazione crescente tra le classi sociali non è forse abbastanza sentita.
Per quanto riguarda l’impeccabile cast, gli esordienti Tovar e Chávez sono all’altezza dei loro colleghi più esperti, Daniel Giménez Cacho, Maribel Verdú, Carlos Bardem e Mario Zaragoza.


Interview Pla Santullo Lazona        Interview Pla Santullo Lazona