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SOUS LES BOMBES RICEVE UNA STANDING OVATION 04/09/2007
Che il pubblico di Venezia sia formato da gente appassionata è stato dimostrato dal fatto che, nonostante durante la presentazione del film, sia stato accidentalmente svelato troppo della trama di Sous les bombes di Philippe Aractingi, provocando qualche protesta, alla fine della proiezione ha tributato lo stesso dieci minuti di applausi con una standing ovation.
La storia forte di una donna sciita alla ricerca del figlio e della sorella attraverso il Libano sotto le bombe della guerra del luglio 2006, accompagnata dal tassista cristiano che inizialmente la aiuta solo per soldi ma finisce per legarsi profondamente a lei. Aractingi ha concepito il film solo pochi giorni dopo l’inizio dei bombardamenti e lo ha scritto con il co-sceneggiatore Michel Léviant e con i due attori protagonisti Mada Abou Farhat e Georges Khabbaz mentre giravano, improvvisando e inserendo persone e fatti reali.
L’approccio e lo stile documentaristico del film nascono dalla lunga esperienza di Aractingi come documentarista, e si discosta nettamente dal suo precedente film d’esordio, il musical Bosta, uno dei più grandi successi di botteghino in Libano di tutti i tempi.
Il regista si è commosso per la reazione del pubblico, ringraziando immediatamente non solo i suoi attori ma anche i produttori del film, “che hanno compreso l’urgenza della situazione, e il cui sostegno immediato e spontaneo è stato fondamentale per realizzare questo film”. Inoltre Aractingi si è rifiutato di schierarsi nella sua descrizione della guerra, ed è consapevole che la cosa susciterà forti reazione nel pubblico del suo paese, quando la pellicola uscirà in Libano.
Tuttavia è proprio in questo che risiede la forza del film, e la scelta del regista di utilizzare ambienti e situazioni reali man mano che si presentavano è stata fondamentale per dare voce e volto “a quegli innocenti che soffrono maggiormente gli orrori e le devastazioni di tutte le guerre”.
Considerato il “Roberto Benigni libanese”, straordinario nel suo primo ruolo drammatico, Khabbaz ha detto di essersi sentito orgoglioso quando gli è stato affidato un ruolo così complesso e per aver partecipato alla realizzazione di un film che porta un messaggio carico di umanità “che mostra che la guerra non è un gioco da Playstation”. Mada Abou Farhat, ugualmente perfetta nella parte, ha detto di essere d’accordo e, come Khabbaz, ha dedicato il film al Libano, aggiungendo che per lei era importante comunicare “la rabbia e la tristezza che provo per ciò che è successo nel mio paese”.
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