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CERCANDO L’ANDALUCIA 02/09/2007
Dopo che la prima ondata di applausi si è spenta, una seconda è nata spontaneamente quando il regista Alain Gomis è rientrato al Palalido per l’incontro con il pubblico alla fine della proiezione ufficiale del film Andalucia .
Il film è come un flusso di coscienza che segue il dinamico e goffo Yacine (Samir Guesmi), alla ricerca di un’identità in un mondo nel quale non si sente a suo agio, nei suoi lavori disparati, nelle discussioni su Pelé con i suoi amici Moussa, Djibril e Vincent e nei suoi sogni ad occhi aperti sulle donne che incontra.
Gomis ha detto che, quando ha concepito il film, non voleva che una storia strutturata lo limitasse: “Volevo piuttosto comunicare al pubblico delle sensazioni. Ho cominciato con la sensazione che a volte proviamo di avere un corpo troppo pesante. Il protagonista del film è prigioniero del proprio corpo, ma sa che esiste qualcos’altro”.
Questo “qualcos’altro” è forse il luogo in cui si trova l’identità di Yacine, ma raggiungere quel luogo, per un uomo che vive e sente le cose in modo istintivo come un bambino, non è facile. Non solo si sente intrappolato nel suo corpo, ma il fatto di essere di origine araba lo rende un emarginato in un paese che si confronta con il razzismo.
Nato in Francia da madre francese e padre senegalese, Gomis ha aggiunto: “Crescere in un paese che non ti considera parte di esso è come subire una violenza. Volevo protestare in qualche modo contro questo stato di cose. Credo che il desiderio di esistere e di riconoscersi l’un l’altro aiuti a costruire la propria identità. Questo succede spesso nelle periferie, tra le minoranze. Il desiderio di entrare in contatto con l’altro ci dà la nostra identità”.
Il regista ammette anche che il film sarebbe stato impossibile da realizzare senza Guesmi, che incarna in modo perfetto un personaggio che sfida definizioni semplicistiche. Nonostante la mancanza di una narrazione strutturata, e di Guesmi che interpreta Yacine, “per me si è trattato comunque un lavoro molto concreto, e molto semplice. Mi sono sempre trovato in situazioni definite e già compiute”.
L’attrice Delphine Zingg ha detto: “Lavorare con Alain e Samir è stata un’esperienza davvero unica. Abbiamo lavorato con tutto quello che va oltre le parole, sui nostri movimenti, cercando nelle scene il materiale espressivo a livello fisico e psicologico”.
Paolo Franchi, in competizione a Venezia con Nessuna qualità agli eroi, ha presentato il film, ponendo l’accento sull’auspicio che trovi al più presto una distribuzione.
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