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Diego Lerman

L’idea del film è quella di un collage trasformato in puzzle, con tanti pezzi separati che uniti formano un insieme. Mientras tanto è la descrizione di questo “insieme”, composto dalla somma di singolarità. Non c’è una trama perché non viene raccontata “una storia”, dunque le trame sono un espediente per descrivere l’“insieme”, che è qualcosa di sfuggevole come comunicare un “sentimento”, uno “stato d’animo”, una “morale” o un “mondo”. Tuttavia, mi piace pensare a questo film come alla “fondazione di un territorio”, con le sue leggi, le sue frontiere, i suoi abitanti, i suoi idiomi, le sue mancanze, le sue miserie.... Dunque, Mientras tanto mira ad essere la descrizione di un tempo. Un tempo incerto. Un tempo che richiede delle decisioni. Un frattempo. L’idea originale era quella di osservare il tempo che passa durante la separazione di una coppia: il film inizia con Violeta che chiede a Momo un po’ di tempo e finisce esattamente nel momento in cui Violeta e Momo decidono finalmente di lasciarsi. Ma nel mezzo, parallelamente, vengono raccontate anche molte situazioni che coinvolgono altri personaggi.
Diego Lerman



Diego Lerman è nato il 24 marzo 1976, lo stesso giorno in cui ebbe inizio la dittatura militare e la tragedia dei desaparecidos. Ha studiato cinema all’università di Buenos Aires e montaggio alla Escuela de San Antonio de los Baños (Cuba). Nel 1999 ha diretto il suo primo cortometraggio, La Prueba, ispirato a un testo di César Aira. Tre anni più tardi ha ampliato il progetto, facendolo diventare un lungometraggio, Tan de repente, che ha riscosso un buon successo nel circuito internazionale ed è stato premiato con il Pardo d’Argento a Locarno 2003. Sempre da un testo di Aira è ispirato il secondo cortometraggio, La guerra de los gimnasios. Ha lavorato anche come attore teatrale e come assistente alla regia nel film El Desmadre di Jorge Sanchez. Mientras tanto è stato realizzato con il sostegno della Cinéfondation del festival di Cannes.