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Peter Brosens & Jessica Woodworth
Il film tratta della condizione umana vista attraverso una prisma mongolo, con i suoi continui movimenti e tensioni tra passato e futuro, tra crescita e declino, tra creazione e distruzione, tra ricerca del significato e incontro con l’assurdo. Ma il dibattito principale che il film dovrebbe suscitare è il bisogno fondamentale dell’uomo di ripensare la sua relazione con la natura. (...) Khadak è una storia universale che riecheggia ben oltre il suo contesto e aspira a evocare meraviglia e contemplazione: meraviglia per i misteri dell’esistenza e contemplazione delle responsabilità dell’uomo in questo mondo. Come nell’arte e nella religione, questo senso di timore reverenziale e meraviglia può essere evocato solo attraverso l’immagine e quindi, nel nostro caso, attraverso lo stile cinematografico. Le parole da sole non bastano!
Dopo la laurea in Geografia e Antropologia culturale, Peter Brosens (Leuven, 1962) ha lavorato come esperto di sviluppo urbano in Ecuador. Durante il suo master in Antropologia Visuale è ritornato nelle zone montuose dell’Ecuador per delle ricerche sulle forme di suicidio epidemiche e ha girato il premiato film El camino del tiempo (1992). Tra il 1993 e il 1999 ha diretto e prodotto l’acclamata “Trilogia della Mongolia”, formata dai documentari City of the Steppes (1993), State of Dogs (1998) e Poets of Mongolia (1999), che sono stati proiettati in più di 100 festival (compresi Venezia e Toronto) e distribuiti in tutto il mondo.
Dopo la laurea in Letteratura italiana a Princeton, Jessica Woodworth (Washington D.C., 1971) ha iniziato a lavorare nel 1994 a Parigi come ricercatrice per la televisione francese. Successivamente è stata corrispondente e ricercatrice documentarista a Hong Kong e Pechino per riviste e reti televisive europee. Ha conseguito un master in Documentario presso l’Università di Stanford nel 1999 e in seguito ha girato il suo primo lavoro, Urga Song, in Mongolia. Ha diretto The Virgin Diaries, un documentario girato in Marocco nel 2001.
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