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Marina Spada

L’idea di raccontare questa storia è strettamente connessa a quella di “sguardo sul mondo” che la sottende. Nella vita quotidiana ognuno di noi risulta invisibile a molti altri e anche quando coloro che ci sono vicini, amici e parenti, sembrano “vederci” spesso noi non ci sentiamo realmente visti. Quello che vogliamo raccontare è una vicenda attraverso i suoi frammenti visivi, attraverso quello che si vedrà sullo schermo, ma anche attraverso gli indizi di ciò che dallo schermo rimarrà necessariamente escluso. Uno “sguardo laterale” quindi che ci lascia intuire quello che il personaggio vede alle nostre spalle e che noi, protesi verso lo schermo, non possiamo vedere, come se i personaggi guardassero noi, e oltre noi, il nostro contorno, richiamandoci in ogni momento al presente, costringendoci a uscire dal guscio protetto della sala buia.
Marina Spada



Marina Spada ha iniziato la sua attività professionale nel 1979 come assistente alla regia in Rai e con il film di Roberto Benigni e Massimo Troisi, Non ci resta che piangere. Negli anni ‘80 ha collaborato con le principali case di produzione pubblicitarie e diretto numerosi servizi televisivi e documentari. Dal 1993 alterna il lavoro di docente presso la Scuola di Cinema di Milano con l’attività di regista. Tra i suoi lavori principali i videoritratti di Arnaldo Pomodoro, Fernanda Pivano, Francesco Leonetti, Gabriele Basilico, Mimmo Jodice, Mario De Biasi e il cortometraggio L’astice con cui ha vinto premi nazionali e internazionali. Come l’ombra è il suo secondo lungometraggio dopo l’esordio avvenuto nel 2002 con Forza Cani.

 
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