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Gianfranco Quattrini

In Perú la parola “chicha” ha diversi significati. Da una parte è una bevanda molto diffusa tra la popolazione e ricavata da un mais viola tipico del Perú. “Chicha”, però, è anche la cultura popolare, nata da numerose migrazioni interne e contaminata dalla moderna globalizzazione: un imprevedibile collage socio-culturale molto informale ed esuberante nelle sue manifestazioni. Infine, è anche un vocabolo utilizzato con disprezzo per alludere a ciò che è di cattivo gusto. L’espressione “chicha tu madre” è praticamente un insulto. (...)
Ho conosciuto un lettore di Tarocchi chiamato Julio Cesar, la cui vita mi ha in un certo senso ispirato nella creazione del personaggio del film. La sua vitalità e la sua fiducia nelle carte rappresentavano un contrappeso alle sue maggiori preoccupazioni. Chi conosce la scienza dei tarocchi sa che la vita gira come la Ruota della Fortuna: il caso, il destino, gli dei e i demoni, possiamo affrontarli con o senza un piano preciso, liberi di essere vittime, carnefici o salvatori.
Gianfranco Quattrini



Di origini svizzere, Gianfranco Quattrini è nato a Lima in Perú nel 1972. È cresciuto a Chicago ed è diventato regista in Argentina. La sua carriera è iniziata come attore a Buenos Aires, dove ha lavorato in alcuni gruppi di teatro indipendente. Ha studiato all’Università del Cinema e ha ricevuto un sostegno dall’INCAA (Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales) per girare il suo primo cortometraggio in 35mm Alma Zen (1996) che è stato presentato nella serie collettiva Historias Breves II, e ha partecipato a numerosi festival internazionali. Ha poi diretto molti videoclip di musica latinoamericana. Il suo mediometraggio Bosques (2005) è stato presentato al Festival di Locarno. Chicha tu madre è il suo primo lungometraggio.

 
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