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#11 VA TUTTO BENE 08/09/2006
L’apprezzamento dimostrato dal pubblico della Mostra dopo la proiezione di Mientras tanto è senza dubbio la logica conseguenza dell'esplicita intenzione di Diego Lerman di pretendere, come la sua conterranea Lucrecia Martel, la partecipazione attiva dello spettatore, presentando un film che non è una narrazione lineare ma un mosaico di piccole storie in cui si esprime la poesia del quotidiano, con le sue piccole gioie e i suoi piccoli dolori.
Benché girato a Buenos Aires, Mientras tanto tratta temi universali: la città e i nomi dei personaggi non vengono quasi mai menzionati ed è esattamente questa assenza di didascalie che fa di questo film un'opera interessante.
Lerman descrive i dubbi e le paure esistenziali che la sorte riserva ad ognuno. Alcuni personaggi credono alla fortuna, altri al destino, ma tutti hanno bisogno di volta in volta di essere rassicurati - dai loro parenti ed amici o dai medici presenti in gran numero nel film - e di sentirsi dire che "va tutto bene".
Mientras tanto è pieno di questo calore umano senza il quale saremmo tutti come pesci fuor d'acqua, come quello che si vede in una scena del film. Un calore che si esprime attraverso il contatto fisico, i piccoli regali che i personaggi si fanno durante tutto il film, e una moltitudine di deliziosi dettagli legati tra loro.
Ritiene che questa sfida lanciata allo spettatore, presentando eventi del quotidiano senza fornirne un’interpretazione esplicita, sia caratteristica del cinema argentino contemporaneo?
So che si è detto questo a proposito di Martel, che è un vero e proprio genio, ma in questo caso non credo si possa parlare di una tendenza. Al giorno d’oggi il cinema argentino è caratterizzato da una forte vitalità che ritengo sia da attribuire alla personalità specifica di ciascun regista. Che poi è proprio l’essenza del fare cinema, cioè la ricerca della propria voce e la negazione di qualsiasi formula prefabbricata.
Che lavoro ha fatto con gli attori per ottenere un’interpretazione tanto naturale?
Prima delle riprese c’è stata una fase di preparazione di tre mesi molto intensi, passati non tanto a provare le scene, quanto a parlare dei personaggi e ad improvvisare, in modo tale che successivamente gli attori hanno avuto la possibilità di dare “libero sfogo” ai loro personaggi nella maniera più realistica e naturale possibile.
Tutti i piccoli dettagli di cui il film è ricco erano già presenti nella sceneggiatura o sono il frutto di idee estemporanee durante le riprese?
Era tutto scritto – la sceneggiatura è davvero il risultato di un lungo processo di scrittura e riscrittura. Detto ciò, durante le riprese si aggiungono sempre nuovi particolari, soprattutto quando si ha a che fare con i bambini, gli animali e le persone anziane, la cui presenza rende il lavoro più divertente, quasi fosse un gioco...
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