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#8 LE GIORNATE DEGLI AUTORI SCOPRONO UN GRANDE NARRATORE
07/09/2006
Il film di Jorge Sanchez-Cabezudo è una delle più belle sorprese della terza edizione delle Giornate degli Autori. Per la sua struttura come per il suo contenuto, La noche de los girasoles è un’opera del tutto letteraria.
Di capitolo in capitolo, il film presenta una galleria di ritratti precisi e acuti la cui molteplicità si riflette nella trama costituita dall'intrigo principale e dalle numerose sottotrame che si sviluppano progressivamente, mano a mano che la cronologia degli avvenimenti si dipana.
La dimensione diegetica estremamente ricca, elaborata da un grande narratore si sviluppa, non senza ironia, in un villaggio (Angosto) della provincia che si va spopolando, dove si suppone non accada nulla. La spirale criminale molto "machbettiana" che descrive il film è del resto legata all’arrivo della gente di città – e il violentatore, paradossalmente, fa il rappresentante di aspirapolvere, a testimonianza dell’avvio di un processo di inquinamento morale.
Sanchez-Cabezudo intorbidisce subito questa prima illusione di causalità e moltiplica le coincidenze senza tuttavia lasciare nulla al caso... La noche de los girasoles è un’abile variazione sul tema sviluppato da Audiberti nel "Le mal court" -a proposito del male contagioso -che ha attirato un gran numero di spettatori nella Sala Perla della Mostra del cinema di Venezia ed è stato accolto da un caloroso applauso da un pubblico che ha soprattutto apprezzato il ventaglio di riferimenti cinematografici che l’autore fa scivolare nella storia.

Perché ha scelto questo titolo?
Inizialmente il film portava il titolo del villaggio in cui è ambientata l’azione, Angosto, ma ci siamo resi conto che non avrebbe avuto molto senso per il pubblico, perciò abbiamo optato per “La notte dei girasoli”, perché i personaggi sembrano essere persi proprio come i girasoli la notte, e anche per rispecchiare adeguatamente lo sfondo rurale in cui si svolgono i fatti.

Che cosa l’ha portata a scegliere questi luoghi per una storia noir?
Man mano che il mondo continua a cambiare e l’Unione Europea si allarga, determinate aree rurali si stanno gradualmente spopolando, e ci tenevo a riprenderle prima che fosse troppo tardi. Inoltre, il cinema spagnolo tende spesso ad associare la realtà rurale alla violenza, e io ho voluto correggere questo approccio proponendo un intreccio in cui la violenza proviene dalla città. Infine, combinando personaggi di un piccolo villaggio e gente di città, penso di essere riuscito a riequilibrare la visione generale, dimostrando che gli essere umani sono tutti guidati da emozioni primordiali.

La presenza di tanti personaggi e intrecci secondari è una chiara reazione alle nozioni semplicistiche e ai clichè...
In effetti penso che questo fosse proprio uno degli obbiettivi del film, la cui struttura mi ha consentito di presentare una situazione in tutta la sua complessità, per rappresentare il quadro globale in maniera caleidoscopica. Moltiplicando i personaggi, inoltre, sono sfuggito al rischio di assumere un tono eccessivamente freddo e oggettivo, pur senza scivolare nei pregiudizi.

Bénédicte Prot (Cineuropa)


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