NEWS

photo gallery
regista
film


REGISTI
FILM
PROGRAMMA
PRESENTAZIONE
REGOLAMENTO
PARTNERS
CONTATTI
EDIZIONE IN CORSO
#14 LA DONNA E' IL FUTURO DELL'UOMO
09/09/2005
Per alcuni aspetti, Falling...in Love è la versione asiatica di Identificazione di una donna di Antonioni. Il film mostra tre donne che hanno in comune un fidanzato, ed il fatto che non sembrano mai innamorate dell'uomo giusto, dissonanza sottolineata dalla cesura del titolo, dai dialoghi in cui le frase si negano l'un l'altra ("Non andare!", "Non sto andando!", "No, non lo farai?'","Certo che no!", etc.) e dal modo in cui il regista gestisce le scene di dialogo, filmando il personaggio in primo piano da dietro, e sfocando il viso dell'altro personaggio. Qui, le relazioni sentimentali sono affrontate in una maniera sadomasochistica tipicamente orientale, come se la possibilità dell'amore reciproco fosse un'illusione, una prospettiva confermata dal finale, insieme violento e pacifico.
In qualche modo, la sceneggiatura non avrebbe senso, da sola, se non ci fossero le immagini. I toni rossi e verdi, vagamente pop-art e la moltiplicazione di oggetti "insignificanti" (come dice la prostituta) come i frigoriferi, le lattine di birra, i peluche, etc., forniscono una giustificazione visiva per il kitsch del plot, che è volutamente melodrammatico.
Un'opera che non manca di promesse; possiamo soltanto sperare che il prossimo film di Wang Ming-Tai sia però adatto anche ad un pubblico di spettatori daltonici...

Intervista ad Emidio Greco
Perché ha accettato di presentare questo film?
M'interessava accompagnare un film asiatico, perché c'é un tema che mi gira in testa a proposito del cinema orientale, una specie di filo rosso. In effetti, l'accento viene messo sull'individuo. Nel far questo, c'è una negazione del contesto — qui, non si vede la città, e questo è rintracciabile in Wong Kar-Wai come in Kim Ki-duk, Old Boy etc... Insomma, sono i sentimenti, le storie private che contano... Quest'attenzione viene risolta stilisticamente in maniera coerente. Atraverso l'uso dell'obiettivo a fuoco lungo, la realtà scompare, sfuma. E' più presente attraverso i segni che attraverso la descrizione della realtà.
E' nuova questa tendenza?
In Falling...in Love, l'influenza di Antonioni è ovvia, ma questo si può dire in generale delle ultime due o tre generazioni di autori asiatici. Un fenomeno più recente compare: alla fine del film, c'è un improvviso recupero delle proprie radici culturali. Questo è un aspetto ulteriormente interessante, perché Cina, Taiwan, Corea del Sud e Giappone sono i paesi che maggiormente hanno contribuito allo sviluppo di quelle tecnologie che, in particolare, smaterializzano la realtà. Credo che questa sia, in buona sostanza, la poetica predominante in paesi cinematograficamente diversi, una poetica che non ha niente a che vedere con la modernità —penso, per esempio, a In the Mood for Love.

Bénédicte Prot
www.cineuropa.org
Nella photogallery, immagini di Michele Lamanna


Falling... in love        Falling... in love
Falling... in love        Falling... in love