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#13 UNO SGUARDO APPASSIONATO AL MESSAGGIO DI CRISTO 09/09/2005
Giovedì, uno dei più attesi film della selezione delle Giornate, il dramma religioso italiano La passione di Giosuè l’ebreo, è stato finalmente presentato al pubblico e alla stampa. Chiaramente marchiato dall'acceso dibattito successivo al film, come la recente pellicola di Mel Gibson La Passione di Cristo, La passione di Giosué l'ebreo si trova per molti aspetti sul versante opposto dello spettro, sia per il suo messaggio che per il trattamento visivo.
Il regista Pasquale Scimeca racconta una storia ambientata alla fine del XV° secolo, epoca in cui gli Ebrei e i Musulmani, in Spagna, erano costretti a convertirsi o ad andare via, quando Isabella di Castiglia impose il Cattolicesimo come unica religione di Stato. Una comuncità ebraica, che include il giovane Giosuè (l'esordiente Leonarde Cesare Abude), individuato come liberatore del proprio popolo, intraprende un esodo forzato che li porterà in Italia. In Sicilia, si fingono cattolici per poter sopravvivere, ma Giosué stesso si trova a dover interpretare il ruolo di Cristo in una messa in scena, deliberatamente crudele, della Passione, quando le autorità sospettano che potrebbe essere ebreo. Creando dei quadri in movimento tenendo la macchina da presa immobile mentre i personaggi entrano ed escono dall'immagine, il film ha un peculiare senso da "vecchia scuola", sensazione rafforzata dal suo impeccabile seppur semplice design della produzione e dei costumi.
Se alcune delle critiche rivolte al film di Mel Gibson riguardavano il suo antisemitismo, della pellicola di Scimeca si potrebbe dire che nega i dogmi ecclesiastici legati alla natura divina del Cristo. Scimeca sembra conoscere bene il film di Gibson, ma afferma che i loro messaggi di fondo sono molto diversi. "Il mio film riguarda le parole e il messaggio di Cristo, ma non è legato alla drammatizzazione della Passione in quanto tale", dice il regista. "Il mio film vuole sottolineare il fatto che Cristo era un ebreo, un uomo del popolo e non qualcosa costruito dai dogmi ecclesiastici. Puntando su questo aspetto ebraico di Cristo, le tre grandi religioni monoteistiche si avvicinano l'una all'altra, e come i Musulmani e i Cristiani hanno già accettato Gesù, anche gli Ebrei potrebbero forse accettarlo come profeta".
C'è sicuramente un sentimento legato al XXI° secolo per alcune delle idee filosofiche alla base del film. Alla domanda su cosa penserebbero del film le stesse persone ritratte in La passione, Pasquale Scimeca ride. "Mi avrebbero probabilmente messo al rogo, anche se forse questo avrebbe ispirato qualcuno a pensare a queste cose con maggiore profondità, e avrebbe quindi potuto portare alla fine anticipata dell'odio irrazionale verso gli Ebrei, che è tipico di quell'epoca".
Boyd van Hoeij
www.cineuropa.org
Nella photogallery, immagini di Michele Lamanna
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