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NABOER
anno 2005 durata 73' colore 35mm paese Norvegia
regia di Pål Sletaune
Sceneggiatura Pål Sletaune
Cast Kristoffer Joner (John), Cecilie Mosli (Anne), Julia Schacht (Kim), Anna Bache-Wiig (Ingrid), Michael Nyqvist (Ake)
Fotografia John Andreas Andersen
Scenografia Jack van Domburg
Montaggio Darek Hodor
Musica Simon Boswell
Produttore Turid Øversveen
Produzione Spillefilmkomaniet 4 ½
Co-produzione
Zentropa, Denmark Memfis Film
Vendite estere
Nordisk Film International Sales
Mosedalsvej 14, DK-2500 Valby (Denmark)
Tel: +45 36 18 82 00 Fax: +45 36 18 95 50
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Ufficio Stampa
Turid Øversveen – producer
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Stine Oppegård – Norwegian Film Institute
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sinossi Naboer è un thriller psicologico dai forti toni erotici. Il protagonista del film John, abbandonato da poco dalla sua fidanzata, si fa sedurre dalle sue due vicine di casa Anne e Kim che lo conducono in un mondo in cui è impossibile per John separare la finzione dalla realtà.
Da quando è uscito Junk Mail nel ’97, il regista Pål Sletaune è considerato una delle voci più originali del cinema contemporaneo, oltre che, probabilmente, il regista norvegese più famoso. Naboer è originale quanto l’opera precedente, anche se il soggetto ed il tono dei due film sono molto diversi. La stravaganza e l’umore nero del primo sono stati rimpiazzati da un’atmosfera tesa e sconvolgente, che si addice al soggetto di Naboer. Si tratta di un thriller raccapricciante che descrive come un uomo possa scivolare in uno stato di follia in cui non riesce a distinguere tra la fantasia e la realtà, poichè ha commesso un atto orribile che ha distrutto la sua salute mentale. In modo intelligente, Sletaune fa crescere la tensione e aumenta il nostro disagio claustrofobico concentrando tutta l’azione su un appartamento labirintico, dove il protagonista si perde in una terrificante e violenta rete di fantasia. Con degli accenni a Hitchcock e De Palma, soprattutto nell’ utilizzo geniale degli effetti sonori e della musica, quello di Naboer è cinema di alta qualità, un giro sulle montagne russe che difficilmente dimenticherete.
(Adrian Wootton)
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