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#1 - LIEVEN DEBRAUWER
05/09/2004
Il regista di Confituur, a Venezia per la presentazione in Sala Grande del suo film, ci parla del suo secondo film e del suo cinema - Lieven, parliamo prima di tutto dell’atmosfera del tuo film, molto divertente, ma anche malinconica nel finale. Tu sei riuscito a unire molto bene questi sentimenti con lo stile del film. Come ci sei riuscito?
Confituur è il mio secondo lungometraggio, ma io ho iniziato a fare film quando avevo solo quindici anni, con la mia cinepresa Super8. Non sapevo niente di cinema all’epoca, ma ero convinto che il modo migliore per imparare fosse provare e capire cosa c’è di buono e cosa di sbagliato in quello che si fa. In questo modo mi sono accorto che la maggior parte delle cose buone sono dettate da quello che realmente senti di dover fare. Confituur è venuto così e in questo caso le cose andate bene sono state la maggioranza.
Come ti è venuta l’idea di “Confituur”?
Mi piace molto guardare le cose che mi circondano, analizzare le situazioni della vita che, com’è normale che sia, qualche volta sono divertenti e altre volte sono invece tristi. Io cerco semplicemente di ricreare queste situazioni e questi sentimenti nei miei film. Nel caso di Confituur è stato in qualche modo più semplice, visto che comunque si tratta di un film ambientato in uno spazio molto limitato e le mura di quella cosa contribuiscono a trattenere le emozioni che sprigionano i personaggi.
L’idea del titolo è davvero molto divertente…
Sì, è vero, in realtà non doveva essere questo il titolo, l’idea mi è venuta mentre scrivevo la sceneggiatura, mi piaceva il gico di parole che spiegava anche l’essenza del film, perché la marmellata è per me un simbolo della quotidianità, dello scorrere delle cose. Ci sono molti segni di questo genere in Confituur, il pigiama piegato sul letto è uno di questi, oppure la tavola apparecchiata per la colazione.
La cinematografia belga non produce molti film l’anno, ma ci sono alcuni registi di grande talento che hanno conosciuto e conoscono il successo internazionale. C’è qualcuno tra questi tuoi connazionali che ti ha in qualche modo ispirato.
Ho sempre pensato che da un regista si possa essere ispirati per cosa da fare e bene e anche per le cose che non si devono fare quando si gira un film. Comunque no, non credo ci siano fonti d’ispirazione particolare che arrivano dal mio paese. Preferisco pensare che le mie influenze derivino dal cinema in generale.
Alessandro De Simone

Nella photogallery, le immagini della presentazione veneziana - qui sotto, il video della conferenza stampa.


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