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L'IMPERATORE DI ROMA Omaggio a Nico D'Alessandria
anno 1987 durata 90' b/n 35 mm paese Italia
regia di Nico D'alessandria
Cast Gerardo Sperandini, Nadia Haggi, Giuseppe Amodio, Agnese De Donato, Fulvio Meloni
Regia Nico D’Alessandria
Sceneggiatura Nico D’Alessandria
Fotografia Roberto Romei
Montaggio Nico D’Alessandria
Musica Al Lunati, Carlo Giugno, Tan – Zero
Vendite Internazionali Giuliana Mancini
Tel. +39 06 4746 590, email
dalman@libero.it
sinossi Il film è interpretato dalla stessa persona che ne ha ispirato la storia, Gerardo Sperandini, un giovane giudicato malato di mente e socialmente pericoloso. Internato per più di due anni al manicomio criminale di Aversa, uscito in licenza sperimentale, ha potuto fare il film. Grazie alla sua interpretazione, in seguito, è riuscito definitivamente a riacquistare la piena libertà. Gerardo è tornato a casa ed ha avuto la possibilità di ricominciare una vita normale, in famiglia, non più schiavo di psicofarmaci. Muore nel dicembre del 2000.
Viandante solitario nella metropoli che fu Roma imperiale, si aggira di notte con un piccone in mano: Gerry!
Misura la città con il ritmo dei propri passi, il ricordo, la suggestione.
Nell’incanto di Roma, rivive il tempo delle grandi imprese e riesce a fuggire gli insulti della realtà quotidiana.
Una notte passata sotto i ponti, un’altra in pensioni di quart’ordine: Gerry consuma la sua giovinezza avendo per sollievo la droga e per compagna la solitudine.
Sugli spalti del Colosseo con una siringa, o come Accattone cadendo in motocicletta, egli immagina di concludere l’esistenza. Ma si rialza imprecando e riprende il cammino, verso un destino diverso, segnato dalla follia.
Nell’insonnia una magica notte, tra le pietre dei Fori, si compie il rito della fondazione di Roma: il tempo si è fermato, il tempo è impazzito…c’è stata la fine mondo, ma è tornato Lui, a portare la vita. Finchè il sogno finisce. E scoppia la repressione. note di regia NASCITA DI UN CULT-MOVIE - Ricordate Accattone di Pasolini? Muore per un banale incidente di motocicletta alla curva del ponte del Mattatoio. In quella stessa curva cade L’imperatore di Roma ma si rialza imprecando, pronto a riprendere la strada a piedi. Il suo nome è Gerry ma forse è più giusto pensarlo Nerone o Commodo. Anche lui desidera trovare la morte nell’arena ( magari per un buco di addio ). Anche lui ama Roma, di un amore-odio e vorrebbe distruggere il Colosseo a picconate.
Conosciuto il personaggio e scritta la sceneggiatura, mentre passavano gli anni in attesa di ottenere i finanziamenti dello stato, il povero Gerry finiva riconosciuto pericoloso socialmente e rinchiuso ad Aversa.
Qui nasce il cult-movie. Nico D’Alessandria aspetta tre anni, scrive a Gerry 48 lettere e ne riceve 171. Si occupa di lui nel tentativo di ricucire il tessuto familiare strappato e rifiuta di realizzare il film con un attore diverso dal suo imperatore. Crede che la fatica di fare cinema possa ripagarsi meglio se aiuta un Gerry qualsiasi a riconoscere la strada per uscire dall’inferno. Raccontare un film o raccontare la vita? L’importante è raccontare…
E Roma? Già … Roma!
Roma in bianco e nero, per giocare con il chiaroscuro più che con i colori.
Roma degradata e splendida.
Roma Tevere e polvere, luogo di ogni delirio e set cinematografico.
Roma Protagonista e oggetto di sberleffo.
Nico D’Alessandria
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