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PROVE DI DIALOGO SUI DIRITTI D'AUTORE
09/09/2011
Se sul fronte “produttivo” il tema che scalda gli animi è la riforma del cinema e le modalità dell'intervento pubblico, come si è potuto ascoltare nell'incontro Il senso dello Stato, sul fronte dei “consumi”, il dibattito intorno al diritto d'autore è certamente quello che provoca le discussioni più accese. Lo abbiamo potuto constatare nuovamente in occasione del convegno Il mercato che non c'è. Autori, produttori, navigatori nell’isola del web, promosso dalla SIAE, con l’ANICA e le Giornate degli Autori, in collaborazione con Nova/Sole 24 Ore.

Moderato da Fernanda Roggero, il dialogo tra i relatori in più di un'occasione ha visto il pubblico appaludire, dissentire, interrompere, a dimostrazione che nell'era della Rete (fondamentalmente del peer to peer e dello streaming), la tutela del diritto d'autore pone interrogativi conflittuali tra chi vorrebbe arginare lo scambio delle proprietà intellettuali senza regole e chi, preso atto di una situazione irrevocabile, pensa sia venuto il momento di riformulare interamente i termini della questione.

Al di là delle semplificazioni, si farebbe un torto ai relatori, se schiacciassimo le loro posizioni su due fronti opposti, in una sorta di bianco o nero senza tonalità di grigio. Ogni protagonista ha espresso un punto di vista chiaro avvertendo però le evidenti difficoltà che l'argomento comporta. Un esempio è stato l'intervento di Gaetano Blandini (Direttore Generale SIAE) che espresso il timore di una situazione che rischia di intaccare pesantemente l'industria cinema, ha anche ammesso che soprattutto da un punto di vista comunicativo il messaggio che passa sulla tutela dei diritti d'autore si muove ancora su un piano repressivo, mentre sarebbe opportuno, per far comprendere la delicatezza del problema, attuare delle strategie maggiormente propositive. Finché il diritto d'autore, ha ribadito Blandini, verrà percepito come una tassa e non come una forma di rispetto nei confronti di chi contribuisce a creare un prodotto culturale, la soluzione tarderà ad arrivare, col rischio che venendo meno quelle tante risorse disperse nello scambio tra utenti in Rete, mancheranno i fondamentali incentivi per la ricerca e per l'innovazione, in un periodo nel quale questi apsetti sono irrinunciabili.

Dal canto suo, Riccardo Tozzi (Presidente ANICA) ha esordito col dire che Internet è anche un mercato e tra i suoi beni si devono contare i prodotti intellettuali. Tuttavia mentre alcune forme di commercio on-line ricalcano modelli di scambio già conosciuti, per altri prodotti, definiti “incorporei”, non si riesce ancora a trovare un sistema legale che non dia adito ad ambiguità. In altre parole per Tozzi, nell'immaginario collettivo un film sembra un tipo di merce che è possibile “rubare”. Il presidente dell'ANICA, inoltre, ha tenuto a precisare che il discorso portato avanti da chi identifica il prodotto cinematografico come un bene finanziato dallo Stato, e quindi in un certo senso libero da qualsiasi vincolo perché appartenente a tutti, commette un errore testimoniato dalle cifre: a oggi in media un film solo per il dodici percento è sostenuto da denaro pubblico, il restante ottantotto è a carico di privati che non possono rinunciare a tutte quelle forme di guadagno che permettono quanto meno il rientro degli investimenti fatti.

Sia Blandini che Tozzi hanno puntato l'indice verso coloro che non si limitano a uno scambio di contenuti deregolamentato, ma danno vita a una vera e propria attività commerciale del tutto illegale. Più che gli utenti, dovrebbero essere i siti che lucrano sulla violazione dei diritti d'autore a dover essere immediatamente fermati e puniti. Discorso proseguito da Andrea Purgatori (100Autori), che ha sottolineato come in questa situazione l'anello debole siano gli autori. Per Purgatori la legalità è la questione fondamentale e chi pensa che la tutela del diritto d'autore sia omologa alla privazione delle libertà d'espressione commette un errore imperdonabile. Perciò è necessario trovare una soluzione che consenta la fruizione delle opere in modo equo.

Con l'intervento di Francesco Nonno (Telecom) è venuto alla luce uno dei punti più controversi, ossia il doppio ruolo giocato dalle compagnie telefoniche che da un lato puntano ad accordi con autori e produttori per creare delle piattaforme audiovisive, ma dall'altro non accettano l'idea di esercitare un controllo sui loro utenti. La pirateria, d'altro canto, per Nonno è senza dubbio un danno perché oltre a destabilizzare il mercato, occupa pezzi di banda costringendo le compagnie a investimenti ulteriori.

È stato, però, con gli interventi di Luca Sofri (il Post) e Carlo Blengino (Nexa) che gli animi si sono scaldati di più e i nodi sono venuti al pettine. Entrambi, pur con competenze ed esperienze diverse, giornalista il primo, avvocato il secondo, sono partiti da un dato di fatto difficilmente confutabile: niente sarà come prima. E come nei più classici dissidi tra riformisti e rivoluzionari, Sofri e Blengino si sono rivolti a chi li ha preceduti nel dibattito, auspicando una sorta di anno zero da cui ripartire per riformulare il concetto stesso di diritto d'autore e superare ciò che da un punto di vista legale poteva avere validità nell'era pre-Internet. Per loro, ogni tentativo di ricalcare modelli precedenti è letteralmente vano, e il fatto stesso che non si riesca a trovare una soluzione al problema è dimostrazione di quanto inefficaci siano le leggi attuali, ancorate a un sistema desueto.

Infine, è stata la volta di Manlio Mallia (Vice DG SIAE e Direttore dell’Area Attività Internazionali e Accordi Broadcasting e new media) che riferendosi all'esperienza vissuta dalle produzioni musicali, ha rinforzato il concetto per cui senza una piattaforma legale non potrà mai esistere un mercato dell'audiovisivo in Rete.

Pur nelle differenze di vedute, talvolta radicali, su un punto tutti i relatori e il pubblico si sono mostrati d'accordo: per trovare una soluzione bisogna che le parti in campo inizino a dialogare con più frequenza, in modo che mondi diversi tra loro possano conoscersi reciprocamente.