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IL SENSO DELLO STATO 06/09/2011
Promosso dall'ANAC presso lo spazio Cinecittà Luce all'Excelsior, è stato Roberto Barzanti ad aprire il convegno dal titolo Il senso dello Stato. Il presidente delle Giornate degli Autori, qui in veste di coordinatore dell'incontro, ha indicato tre strade possibili per il dibatito: definire in generale il ruolo dello Stato; interrogarsi sul senso di appartenenza a una comunità; riflettere sull'intervento pubblico nelle attività degli individui.
Il primo a prendere la parola è stato Citto Maselli che replicando a una considerazione positiva di Roberto Tozzi, ha denunciato al contrario il profondo malessere del cinema italiano. Secondo Maselli: «non si può giudicare la situazione in modo ottimista solo perché pochi film incassano tanto, al cospetto di una maggioranza che versa in un grave stato di crisi. Oggi come negli anni passati - ha proseguito il regista - è necessario insistere sulla qualità, sulla molteplicità delle tendenze e sulla libera ed estesa circolazione delle opere. Di qui la necessità di un nuovo e forte intervento pubblico per non rimanere in balia dei soli meccanismi di mercato». Maselli ha dunque riproposto all'attenzione degli addetti ai lavori e del pubblico presente all'Excelsior, una nuova legge di sistema che sostenga: la creazione di un Centro nazionale del cinema; l'istituzione di una fiscalità di Stato; una normativa antitrust che investa l'intero universo della comunicazione; misure di defiscalizzazione e riduzione dell'Iva al 4% per tutto quel che riguarda la cultura. Una legge che sostenga inoltre una produzione indirizzata verso la qualità artistica, nonché la sperimentazione e la ricerca.
Pur con qualche differenza, gli interventi sucessivi hanno raccolto il messaggio d'allarme di Maselli puntando il dito ora sui problemi produttivi, ora su quelli distributivi.
Attese erano certamente le parole de Direttore Generale Cinema, Nicola Borrelli, che ha ricordato ai presenti come si debba mediare tra iniziative di carattere nazionale e altre che si inseriscono nel quadro normativo dell'Unione europea. Borrelli ha definito il cinema, ma più in generale tutta la cultura, come un prodotto per la salvaguardia dell'identità nazionale. Proprio per questo lo Stato deve intervenire. La buona notizia è che se l'anno scorso non si sapeva ancora la quantità e qualità del sostegno pubblico al cinema, quest'anno la manovra economica non prevede tagli alla cultura, anzi è stato fissato un piano triennale di investimenti che garantisce maggiore tranquillità e capacità di programmazione per chi lavora all'interno dell'industria cinematografica italiana.
Roberto Cicutto e Luciano Sovena in rappresentanza di Cinecittà Luce hanno posto l'attenzione, il primo sulla bassa percentuale, quasi vicina allo zero, del PIL in relazione agli investimenti statali dedicati alla cultura, il secondo sulla funzione di scouting che Cinecittà Luce ricopre e che si adatta perfettamente agli intenti statali di finanziare le opere prime e seconde.
A seguire altri personaggi di spicco tra produttori, distributori, esercenti, registi e scrittori si sono succeduti negli interventi: Paolo Protti, presidente Agis Nazionale, Carlo Testini per Arci, gli scrittori del gruppo TQ Gabriele Pedullà e Vincenzo Ostuni, Vania Traxler distributore, Robert Guediguian regista, Andrea Occhipinti produttore, Lionello Cerri produttore, Ugo Gregoretti e Nino Russo per Anac. Tutti a cercare di capire come guardare al futuro del cinema italiano.
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