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CRUDELTÀ E POESIA, LE OPERE PRIME DI NIKONOVA E MURAT
05/09/2011
È frutto della collaborazione di due donne uno dei film più forti e crudi delle Giornate degli Autori, Twilight Portrait della russa Angelina Nikonova. Ma da un'avventura tutta al femminile nasce anche uno dei più poetici della selezione, il franco-brasiliano Historias, opera prima della video-artista Julia Murat.

Il primo, sceneggiato dalla regista insieme all'attrice protagonista Olga Dihovichnaya - che era presente in sala ma ha preferito non salire sul palco per il saluto al pubblico - è il ritratto di una Russia inospitale dove regnano indifferenza, degrado morale, violenza. Su questo sfondo si svolge una relazione aspra, fuori dagli schemi, tra un'assistente sociale in crisi esistenziale e un poliziotto davvero poco rispettabile.

«L'idea iniziale del film è stata di Olga - spiega la Nikonova, -, la prima stesura della sceneggiatura l'ha fatta lei, mettendo a frutto i suoi studi di psicologia, poi l'abbiamo rimaneggiata insieme. L'ispirazione è la vita: tutto quello che viene raccontato è capitato a noi, ad amici o a conoscenti». A dare un sapore di autenticità al film, anche questa un'opera prima, ci pensa l'utilizzo di luci naturali, nessun trucco sul set per Olga e il low budget, che ha costretto l'autrice a girare con due macchine fotografiche digitali che riprendevano contemporaneamente da angolazioni diverse.

Di tutt'altro genere, e ambientato in un contesto ben più placido, è Historias. Qui la giovanissima regista brasiliana Murat narra - con uno stile contemplativo, estetizzante, poche parole e tante immagini - l'incontro tra due donne: una molto anziana (la delicata Sonia Guedes), che vive in un villaggio sperduto del Brasile nel ricordo del marito scomparso e in attesa della morte; l'altra, una fotografa giovane e sensibile (Lisa E. Favero), che giunge per caso in questo paesino fantasma, e mentre fissa le immagini di questo mondo perduto, ne modifica i ritmi. Un po' documentario e un po' favola.