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L'ULTIMA PELLICOLA 03/09/2011
Nello spazio dei Venice Days dedicato agli incontri, da quest'anno Casa degli Autori, è stato presentato il libro L'ultima pellicola di Giovanni Carrada e Mauro Mennuni. Il sottotitolo, “Il cinema digitale, il satellite e la seconda vita della sala cinematografica” potrebbe rattristare coloro che sono romanticamente affezionati appunto, alla pellicola, così come accadde in passato per gli amanti del vinile che videro nel Cd una sorta di tradimento dei sentimenti. Ma per i relatori che sono intervenuti, la prospettiva al contrario è decisamente positiva e il futuro carico di buoni auspici.
Moderati da Giovanni De Luca, hanno parlato il presidente di Eutelsat, Giuliano Berretta e il direttore di Open Sky, Walter Munarini. Entrambi hanno spiegato come la digitalizzazione, da un lato, il satellite, dall'altro, permettono di eliminare la scarsità di copie dei film e di abbatterne drasticamente i costi di distribuzione, ma anche di portare nelle sale qualsiasi altro tipo di contenuto, compresi gli eventi live. Si apre la possibilità per ogni sala di offrire una multiprogrammazione, ovvero di creare il proprio palinsesto per andare incontro ai desideri di tutti i suoi pubblici, consentendo un aumento dei ricavi, a vantaggio anche dell’intera filiera. In tal senso, L’ultima pellicola mette insieme tutti i “pezzi” di questa transizione: le tecnologie, la gestione della sala, il mercato, la programmazione.
«Il suo primo passo - ha ricordato Berretta -, il cinema digitale l’ha fatto a Venezia in occasione della 52a Mostra Internazionale del Cinema, nel 1995. Era l’anno del centenario della prima proiezione dei fratelli Lumière, e noi di Eutelsat pensammo di celebrarlo organizzando la prima trasmissione via satellite fra Venezia e Parigi e la prima proiezione in formato digitale di un lungometraggio. La scelta cadde su Umberto D.. Contrariamente a quanto oggi sarebbe ovvio pensare, la proiezione non ebbe però luogo al Lido di Venezia, perché l’establishment cinematografico rifiutò - naturalmente senza aver assistito a una sola proiezione - persino l’idea che la pellicola potesse essere sostituita da un file digitale. Critici, registi, montatori, attori, un po’ tutto il mondo del cinema si trovò d’accordo sul fatto che il formato digitale non avrebbe mai potuto eguagliare la definizione, il calore e il “fascino” della celluloide. Tante furono le polemiche, che una proiezione a Venezia era fuori discussione. Sedici anni dopo siamo di nuovo a Venezia, ma per discutere come arrivare preparati alla ormai prossima “ultima pellicola”, cioè all’ultimo film di prima visione proiettato con la tecnologia dei fratelli Lumière. Milioni di spettatori hanno ormai apprezzato la straordinaria qualità del cinema digitale, a 2 o a 4 K, in due come in tre dimensioni, mentre il satellite sta già rivoluzionando la distribuzione cinematografica, spalancando nuove opportunità ai distributori come ai gestori delle sale».
D'accordo con Berretta, Munarini ha reso noti i dati del successo delle sale preposte a ricevere i contenuti via satellite: trecento entro fine anno in Italia e seicento in Europa. E ha elencato la lista degli eventi trasmessi fino a oggi: da Ligabue all’NBA 3D; dalla Coppa Italia 3d ai Red Hot Chili Peppers, dal Bolshoi fino al prossimo evento del cinque settembre, il giorno di Questa storia qua, il biopic diretto dai registi Alessandro Paris e Sibylle Righetti sulla vita del rocker emiliano, presentato in anteprima alla Mostra come evento speciale, che proprio grazie a Open Sky, verrà trasmesso in diretta satellitare in 204 cinema italiani. «Un anno intenso di lavoro che ha dato ottimi risultati - ha sottolineato Munarini - gli eventi gestiti e trasmessi in tutta Europa dal teleporto Open Sky di Vicenza contano 25 feature movie per 32 DCP e 67 live. Il tutto per un totale di 1390 cinema che hanno ricevuto e utilizzato il nostro servizio».
E le istituzioni? «La missione della Direzione Generale per il cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – ha scritto nella prefazione del libro il Direttore Nicola Borrelli - è chiarissima: sviluppare e promuovere il cinema e l’industria cinematografica nazionali. È per questo motivo che ho molto apprezzato la tempestiva pubblicazione di questo libro, che propone un’analisi lucida e informata del passaggio decisivo che la distribuzione e le sale cinematografiche italiane stanno oggi attraversando: la transizione dalla proiezione con pellicola alla proiezione digitale. In questo momento una delle preoccupazioni principali della nostra Direzione Generale è che questa trasformazione possa lasciarsi dietro troppe “vittime” fra quelle sale di città che si trovano più indietro nel processo di digitalizzazione, ma dalle quali ancora dipendono, ad oggi, in larga misura gli incassi, e quindi la sopravvivenza, del cinema italiano di qualità. Uno dei principali obiettivi della nostra Direzione Generale è quello di condurre in porto in tempi molto brevi l’adeguamento che consentirà anche alle sale di città di usufruire con più facilità degli incentivi fiscali esistenti e di portare a termine il proprio adeguamento tecnologico. L’auspicio è che grazie alle nuove possibilità di distribuzione offerte dal digitale e dal satellite, oltre che naturalmente all’inventiva e all’imprenditorialità dei gestori, un sistema di sale interamente digitalizzato sappia domani approfittare delle grandi opportunità offerte dalla multiprogrammazione. In questo modo non solo la sala cinematografica, ma l’intera industria cinematografica nazionale potrà vivere una “seconda vita”. Straordinaria come la prima».
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