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LE GIORNATE DURANO UN ANNO
10/05/2011
In attesa di conoscere il programma dell'edizione 2011, prosegue l'attività delle Giornate degli Autori in collaborazione con il Nuovo Cinema Aquila.
Due gli appuntamenti: dal 23 al 27 maggio, alle 20.30 e alle 22.30, sarà proiettato La vita al tempo della morte di Andrea Caccia; il 30 maggio, a grande richiesta dopo la presentazione dell'otto marzo, sarà in programma la replica del documentario La svolta. Donne contro l’Ilva di Valentina D'Amico.

“Questa collaborazione – ha detto Giorgio Gosetti, delegato delle Giornate degli Autori – è una naturale prosecuzione del nostro lavoro teso a valorizzare le voci più originali e indipendenti del cinema italiano in un contesto internazionale come la selezione per Venezia. Dopo il Festival, dunque, è giusto che i film vengano proposti e scoperti nel loro luogo naturale, al cinema, e non pare un caso che proprio il cinema della realtà, il documentario, abbia oggi un crescente consenso e dia nuova linfa a una giovane generazione di filmmaker, capaci di intercettare i fermenti della nostra società con uno sguardo originale e forte”.

La vita al tempo della morte è un film in tre atti: lo scorrere delle stagioni ai Laghi della Lavagnina. Undici conversazioni in prossimità della fine. Un garage colmo di oggetti da riordinare. Una trilogia sul senso del guardare: un sasso, un volto, lo scorrere della vita tra le cose. "La morte – ha scritto Andrea Caccia – è esigente, richiede silenzio, pazienza, forza e meditazione. Una meditazione che a volte sconfina nella paura. Paura di svelarsi, di scoprirsi deboli, di chinarsi di fronte al destino. Più volte sono stato sul punto di abbandonare per paura. Poi ho compreso che nulla è come la morte, se non la vita stessa".

La svolta mostra da un lato, la più grande acciaieria d’Europa, dall’altro, le donne combattive che vogliono spezzare il bastone dell’arroganza e dell’impunità. La regista Valentina d'Amico, a proposito del suo film, ha sottolineato che è stata l’indignazione a spingerla a occuparsi di Taranto e dell’Ilva: "Da qualunque direzione ci si avvicini, ci si imbatte in una città violentata. Imponenti strutture industriali sbuffano fumi di tutti i colori che soffocano quartieri, bruciano palazzi, raschiano polmoni. Taranto non è solo l’Ilva certo. È anche Eni, Cementir, Sidercomit. In nome dello sviluppo si è annientata una città, il suo ambiente, i suoi abitanti, la loro salute".