RUGGINE
Italia 2011, 109’, 35mm, colore
regia di Daniele Gaglianone
sceneggiatura DANIELE GAGLIANONE GIAIME ALONGE ALESSANDRO SCIPPA dal romanzo Ruggine, STEFANO MASSARON fotografia GHERARDO GOSSI montaggio ENRICO GIOVANNONE suono VITO MARTINELLI musica EVANDRO FORNASIER WALTER MAGRI MASSIMO MIRIDE scenografia MARTA MAFFUCCI costumi LINA FUCÀ FRANCESCA TESSARI
interpreti FILIPPO TIMI (dottor Boldrini) STEFANO ACCORSI (Sandro adulto) VALERIO MASTANDREA (Carmine adulto) VALERIA SOLARINO (Cinzia adulta) GIAMPAOLO STELLA (Carmine bambino) GIUSEPPE FURLÒ (Sandro bambino) GIULIA COCCELLATO (Cinzia bambina) GIACOMO DEL FIACCO (Tonio) LEONARDO DEL FIACCO (Andrea) ANNAMARIA ESPOSITO (Betta) ALESSIA DI DOMENICA (Rosalia) GIULIA GERACI (Margherita) MICHELE DE VIRGILIO (padre di Sandro) ANITA KRAVOS (madre di Sandro) GIUSEPPE VITALE (Cosimo) CRISTINA MANTIS (Signora Mauriello)
produttore DOMENICO PROCACCI GIANLUCA ARCOPINTO
produzione FANDANGO ZAROFF FILM
in collaborazione con RAICINEMA
con il sostegno di APULIA FILM COMMISSION
vendite internazionali FANDANGO PORTOBELLO 12 Addison Avenue, W11 4QR London, UK
Tel. +44 20 76051396 sales@fandango.it - www.fandangoportobello.com
distribuzione FANDANGO viale Gorizia 19, 00198, Roma, Italia Tel. +39 06 852185 - Fax +39 06 85218120 fandango@fandango.it - www.fandango.it
ufficio
stampa italiano Studio PUNTOeVIRGOLA Tel + 39 06
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Staffa daniela.staffa@fandango.it Cell. +39
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Associates International Film Publicity Cell. +39 334 3075056 claudia@claudiatomassini.com www.claudiatomassini.com
sinossi In una calda estate, alla fine degli anni Settanta, in una periferia del nord Italia abitato da immigrati meridionali e del nord est, un gruppo di ragazzini passa il tempo tra giochi e scontri con altre piccole bande. Quell’estate, un nuovo medico arriva nel quartiere: il dottor Boldrini, un elegante e aristocratico signore per cui tutti provano soggezione. Trent’anni dopo, tre adulti sono alle prese con il quotidiano delle loro vite. L’eco di quell’estate entra inesorabile nelle loro esistenze apparentemente normalizzate. «Uno dei temi del film riguarda qualcosa che esercita su di me una forte suggestione; quali tracce lascia dentro una persona un’esperienza drammatica? Come si sopravvive all’incontro con il male? Come cambia la relazione con il mondo che ci circonda, indifferente alla guerra che ormai 'solo io so di aver combattuto'»? (Daniele Gaglianone)
Questo è un film con un’immagine assoluta, tanto potente e significante da superare il semplice schematismo dell’interpretazione: il castello rugginoso che per i bambini protagonisti è casa, fortino, trappola, luogo fiabesco e minaccioso insieme, domina tutto. Si insinua nel loro inconscio e nella loro memoria sicché, anche diventati adulti, non li abbandona. Lo schema della fiaba è certamente essenziale per un racconto abitato dagli orchi, dalle principesse infelici, dai cavalieri che recano il ricordo di una macchia indelebile. Ma il gioco e la fantasia non sono né inermi né ingénui e dietro la maschera, dolore, rimorso, paura sono di casa. Fino a segnare per sempre tre vite esposte troppo presto all’orrore che non vogliamo vedere nel nostro quotidiano. (Giorgio Gosetti)
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