ANOTHER SILENCE
Francia, Canada, Argentina, Brasile 2011, 90’, 35mm, colore
regia di Santiago Amigorena
sceneggiatura SANTIAGO AMIGORENA NICOLAS BUENAVENTURA fotografia LUCIO BONELLI montaggio VERONIQUE BRUQUE ANITA REMON musica YVES DESROSIERS suono CATRIEL VILDOSOLA CLAUDE LA HAYE MARCEL POTHIER STEVEN GHOUTI
scenografia IGNACIO LUPPI ANDRÉ-LINE BEAUPARLANT
interpreti MARIE-JOSÉE CROZE (Mary)
IGNACIO ROGERS (Pablito)
LUIS ZIEMBROWSKI (Pablo Molina)
AILIN SALAS (Lila)
produttore LAURENT LAVOLÉ
produzione GLORIA FILMS
co-produttori LUC VANDAL
ROGER FRAPPIER
HERNAN MUSALUPPI
NATACHA CERVI
LUIS SARTOR
PATRICK SIARETTA
JÉRÔME MERLE
co-produzione MAX FILMS RIZOMA FILMS TÉLÉIMAGE ARTE FRANCE YELLOW CAB STUDIOS
vendite internazionali CELLULOID DREAMS 2 rue Turgot 75009 Paris, France Tel. +33 1 49 70 03 70 www.celluloid-dreams.com ufficio
stampa Caroline Aymar, UniFrance Films Mob: + 33 6
85 42 87 26 caroline.aymar@unifrance.org
sinossi Una raffica di mitra nel cuore della notte e la vita di Maria viene sconvolta per sempre. Assassini senza volto le hanno ucciso il marito e il figlioletto. Lei, poliziotta a Toronto in cerca di vendetta, come in un western contemporaneo inizia un lungo viaggio verso un “altro mondo”, la frontiera tra Bolivia e Argentina, a caccia dei killer e dei mandanti. «Quando Marie-Josée Croze ha accettato la parte, ho capito fino a che punto il progetto fosse concepito per una come lei: una straniera. L'unico modo in cui potevo tornare in Argentina per girare un film, l'unica descrizione onesta che potevo dare del paese in cui sono nato, era dal punto di vista di uno straniero. Abbiamo girato parte del film nel suo paese, il Canada, e il resto nel mio, l'Argentina. [...] Questo film sull'altro, sull'odio e il perdono che ne consegue, è stato concepito intorno a questi due ritorni». (Santiago Amigorena)
Allegoria di una vendetta che diventa viaggio iniziatico alla scoperta di se stessi: provate a vedere ANOTHER SILENCE non tanto come un thriller; piuttosto come un western contemporaneo con una donna al posto del tradizionale pistolero. Quasi una ballata triste in cui gli indizi narrativi perdono importanza man mano che il viaggio si avvicina alla conclusione. La chiave per interpretare il film sta nella luce che lo attraversa: fredda e notturna all’inizio, calda e ambigua durante il viaggio di Mary sulle tracce di Pablito, accecante e tersa quando la donna prende la via del deserto. Man mano anche i contorni, gli spazi, le distanze assumono una nuova forma e si allargano. È proprio quello che accade alla protagonista, sola davanti a un mondo di cui ignora i codici, alla ricerca di piste troppo facili da seguire, impossibili da decifrare. (Giorgio Gosetti)
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