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100+1. MAGNANI, MANGANO, MASINA: QUESTE SCONOSCIUTE
08/09/2010
Che cosa sanno i ragazzi italiani del nostro grande cinema di una volta? Quali nomi e titoli conoscono o continuano ad amare? Che cosa resta insomma nella memoria delle generazioni cresciute prima a pane e tv, oggi a pane e Youtube, degli anni di massima popolarità del cinema italiano? Se ne è discusso oggi alla Villa degli Autori, dove è stata presentata la seconda edizione del progetto “Cinema & Storia/100 film e un paese, l’Italia”, realizzato dalle Giornate degli Autori e dalla Provincia di Roma in collaborazione con Cinecittà Luce. Sono stati resi noti e commentati i risultati del questionario distribuito nelle scuole di Roma e Provincia da Fabio Ferzetti, che lanciò il manifesto “100+1/Cento film e un paese, l’Italia” proprio alle Giornate degli Autori, dal presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, dall’amministratore delegato di Cinecittà Luce Luciano Sovena, dal presidente delle Giornate degli Autori, Roberto Barzanti, da Giuliana Gamba e da Mario Martone.

Tante le sorprese: Gassman ad esempio risulta più popolare della Loren. Fantozzi e De Sica battono tutti. Quasi dimenticata invece la grande stagione del cinema impegnato e i suoi protagonisti. Mentre perfino a Roma non sono in molti fra i giovanissimi a conoscere Anna Magnani. Lo dicono i numeri e i grafici con cui è stata sintetizzata questa indagine che ha coinvolto 90 classi di 30 diverse scuole superiori di ogni tipo, dai licei agli istituti tecnici e professionali. Il principio del questionario era semplice. Per ogni titolo selezionato nella lista dei 100 + 1, gli studenti dovevano indicare se l’avevano visto o lo conoscevano almeno di fama; dove lo avevano visto (cinema, tv, dvd, computer); se lo avrebbero rivisto o consigliato a un amico; e se quel titolo, eventualmente, suscitava la loro curiosità.

Il primo dato che emerge è la preminenza dei grandi classici degli anni 40 su quanto sarebbe venuto in seguito, con poche eccezioni (come La dolce vita, Il gattopardo, La grande guerra, ma soprattutto film di grande popolarità e soprattutto più reperibili in tv o all’origine di tormentoni pubblicitari e mediatici come Fantozzi, di gran lunga il più gettonato, seguito da titoli come Un americano a Roma, I soliti ignoti, Don Camillo o Totò a colori).
Ma balza agli occhi anche l’estrema polarizzazione della fama. Per un Fellini, un Pasolini, un Rossellini, e poi un Mastroianni, un Gassman, un Sordi, una Cardinale, soprattutto un De Sica ancora molto noti agli studenti (De Sica batte Sordi con un trentesimo di voti in più: ma qui evidentemente il nome di Christian aiuta), ecco inabissarsi nomi nobilissimi come Lattuada (noto a uno studente su 100), Germi (meno di uno su 30), Lizzani (poco più di uno su 30), Ferreri (poco più di uno su 20). Mentre Antonioni e Comencini devono accontentarsi di un intervistato su 6. E se perfino la Magnani risulta ignota a poco più della metà degli studenti, va assai peggio alla Mangano (uno su 10) e a Giulietta Masina (addirittura 1 su 45).
Quanto agli autori impegnati anni 60 e 70, la débacle è totale , ed è impossibile non pensare che dietro una tale amnesia non ci sia la radicale emarginazione mediatica di quel cinema. Petri infatti è noto a poco più di uno studente su 100 (anche se circa 3 su 100 hanno visto Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto), Rosi a meno di 3 su 100, Volontè raggiunge il 7 su 100, che resta comunque pochissimo per un attore della sua importanza, e via di seguito.

Dietro le cifre si legge anche un rapporto tutto nuovo col cinema, con la sua storia, con i modi in cui viene consumato, con la sua mitologia. Come provano anche i lavori elaborati dagli studenti a partire dai primi film presentati nelle scuole, smontati, rimontati o meglio remixati con disinvoltura un tempo impensabile.


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