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INCENDIES, QUANDO IN EREDITÀ SI RICEVE LA GUERRA
04/09/2010
Jeanne e Simon, due fratelli sulle tracce di un'eredità difficile da accettare, sono i protagonisti di Incendies, l'ultimo lavoro del canadese Denis Villeneuve. L'incipit è di quelli fulminanti: ai due (interpretati da Maxim Gaudette e Mélissa Désormeaux-Poulin) viene letto il testamento della mamma Nawal (Lubna Azabal), che li esorta a mettersi alla ricerca di un padre mai conosciuto e di un fratello che non sapevano di avere, per consegnar loro una lettera.
Il film diventa presto un percorso a ritroso lungo la vita di una donna che ha attraversato la storia del suo paese, e che catapulta i due giovani negli orrori della guerra in Medio-Oriente. Un lungo pellegrinaggio che si conclude con una scoperta dolorosa e a dir poco sorprendente.
Adattato dallo spettacolo teatrale omonimo di Wajdi Mouawad, il film è ambientato in un paese non ben definito: "Quella di optare per un paesaggio immaginario è stata una scelta importante - dice Villeneuve - Ho avuto la tentazione di ambientare la storia in Libano, ma questo racconto parte dalla collera e non doveva assolutamente correre il rischio di provocarla, perciò ho abbandonato ogni riferimento politico, anche su consiglio dell'autore della pièce, che comunque mi ha dato carta bianca permettendomi di allontanarmi dalle immagini del suo Incendies, pur mantenendone la stessa struttura drammatica".
Mouawad si è ispirato a sua volta alla storia di una donna realmente esistita, un'attivista che ha operato negli anni '80 e ha vissuto vicende simili a quelle raccontate nel film, "ma anche in questo caso - ha spiegato il regista - ho preferito discostarmi dalla realtà e trasferire il racconto su un piano più poetico".
Denis Villeneuve ha girato Incendies contemporaneamente a Polytechnique (passato lo scorso anno alla Quinzaine des Réalisateurs), racconto della strage del dicembre 1989 in una scuola di Montreal, quando un ragazzo entrò nell'edificio per uccidere più donne possibile e poi se stesso. "Sono due film molto diversi, ma accomunati dalla mia costante preoccupazione di raccontare storie femminili, in particolare di violenza sulle donne. Credo che per me sia una questione di responsabilità".
Michela Greco – Cinecittà News