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PAUL GORDON E LA COMMEDIA BIO CONTRO IL SISTEMA
02/09/2010
Superindipendente, autarchica e... biologica. È The Happy Poet, la commedia che Paul Gordon ha avventurosamente prodotta, diretta, interpretata e montata con un budget e dei tempi minuscoli. Il protagonista, naturalmente, è lui stesso, che per l'occasione si trasforma in Bill, un poeta in crisi economica che decide di investire gli ultimi soldi rimastigli nell'apertura di un chiosco di cibi biologici e vegetariani. E che, dopo un'iniziale indifferenza, comincia a diventare un punto di riferimento per i suoi concittadini. Non solo una piccola battaglia contro gli hot-dog e il junk food, e in favore della diffusa tendenza statunitense alla coltivazione di orti condominiali, scolastici e aziendali, ma anche una sfida a combattere contro il sistema. Cercando un equilibrio tra l'idealismo e il senso necessità. Sì, perché nonostante il successo, il chiosco The Happy Poet si rivelerà presto ingestibile dal punto di vista economico...
"Da circa un anno stavo cercando di fare un altro film, ma avevo molte difficoltà, e così ho deciso di fare un film divertente, economico, locale, insieme agli amici. Ho scelto di puntare su un chioschetto di cibo perché era la location più economica e flessibile, si poteva muovere ovunque", ha spiegato Gordon. Che di fatto ha realizzato un'opera che è la metafora della sua difficoltà nel girare film e della sua determinazione nel mettere in piedi un progetto idealista con pochi mezzi e tanti amici.
Donnie e Curtis, infatti, sono i due suoi amici Jonny Mars e Chris Doubek; uno diventa il fattorino che fa le consegne a domicilio e lo spinge verso un'idea più imprenditoriale della sua attività; l'altro è uno scroccone che lo aiuta a farsi pubblicità.
"Mi piace mangiare bio - continua Gordon - Quello vegetariano è il mio cibo ideale. Ma questa è la metafora per l'esperienza del film che ho abortito precedentemente, perché chiaramente il tipo di film che vende meglio è più simile agli odiati hot-dog". Girato in 18 giorni, nel corso dei quali il regista ha accumulato 40 ore di materiale, perché, "recitando non avevo la possibilità di dare lo 'stop'. Oltre, naturalmente, al fisico, Paul Gordon condivide con il suo personaggio anche un'allure da timidone imbranato. "Bill è un idealista, ma è disperatamente poco pratico conclude mentre Donnie è una persona che guarda soprattutto all'efficacia delle sue azioni. Era interessante mettere i due mondi a confronto attraverso due personaggi che sono molto diversi ma diventano amici".
Michela Greco – Cinecittà News