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JAFAR PANAHI: L'ORGOGLIO DI ESSERE FILMMAKER 01/09/2010
Sono stato alla Mostra del Cinema di Venezia dieci anni fa con il mio film Il cerchio. Quest'anno, il corto che ho realizzato prima del mio arresto, The Accordion, viene mostrato in questo grande festival. Nonostante sia stato rilasciato, non sono ancora libero di viaggiare fuori dal mio paese e frequentare festival cinematografici. Inoltre, mi è stato ufficialmente proibito di fare film negli ultimi cinque anni. Quando a un filmmaker non è consentito girare film, è come se fosse la sua mente fosse incarcerata. Forse non sarà rinchiuso in una piccola cella, ma continua a vagare in un carcere molto più grande. Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto come cineasta, specialmente Alberto Barbera e Marco Müller, che hanno rivestito un ruolo fondamentale per il successo della Mostra di Venezia. E vorrei anche ringraziare la comunità internazionale di cineasti per il loro generoso supporto mentre ero in carcere. Nonostante la mia prigionia sia stata un’esperienza molto amara, mi è stato di grande conforto capire che noi filmmaker e amanti del cinema di tutto il mondo, nonostante le differenze culturali, siamo una comunità unita che parla una lingua sola. Nei momenti più disperati in carcere, durante il mio sciopero della fame, mi sono fatto coraggio considerandomi con orgoglio membro di questa comunità, e quindi ho cercato di mantenere la mia dignità professionale e non ho mai vacillato nella mia decisione di rimanere fedele a me stesso e alla mia professione. Penso che tutto il sostegno che ho ricevuto sia arrivato da singole persone e organizzazioni che credono fortemente nel cinema e nella libertà d'espressione del cineasta. Speriamo che un giorno tutti i governi del mondo possano condividere quest'idea. Jafar Panahi
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