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PATRICE TOYE TORNA IN SALA CON NOWHERE MAN 28/08/2008
Patrice Toye torna sul grande sechermo dopo dieci anni d’assenza con il suo secondo lungometraggio, l’ironico Nowhere Man.
Protagonista del film è Frank Vercruyssen (che aveva già lavorato con le regista nel suo film precedente Rosie del 1998), che interpreta Tomas, un uomo con una vita apparentemente meravigliosa e una moglie ancor più meravigliosa, Sara (Sara De Roo). Tomas finge di morire per poter sparire su un’isola africana. Questa però si rivela essere molto diversa dal paradiso che aveva immaginato guardando una cartolina e lo costringerà a confrontarsi con razzismo, violenza, duro lavoro e, soprattutto, solitudine.
Cinque anni dopo, distrutto e senza un soldo, decide di tornare a casa e di mettersi alla ricerca di Sara, che si è intanto risposata.
La sceneggiatura di questo film, oggi bene accolto dal pubblico delle Giornate degli Autori, è stata scritta inizialmente dalla Toye assieme al co-sceneggiatore Bjorn Olaf Johannessen, autore del soggetto. Dopo aver vinto un NHK Award al Sundance Screenwriting Lab per la miglior sceneggiatura europea, Wim Wenders si è fatto avanti per sostenere il progetto.
Il film segna un cambiamento nell’approccio stilistico ed emotivo della regista, che ha confessato al pubblico durante il Q&A che segue la proiezione ufficiale, di aver sentito il bisogno, dopo un periodo così lungo di lontananza dal cinema, di “rischiare un po’…per creare qualcosa di nuovo che rompesse ogni stereotipo”. Per questa ragione, ha aggiunto, “il film è molto fragile e non è stato per niente facile da girare”.
Nowhere Man è ricco di metafore e simboli, alcuni dei quali riflettono l’approccio di Johannessen al cinema, e rappresentano “un aspetto fondamentale del rapporto che volevamo creare con il pubblico”. Per la Toye ha meno a che fare con la fuga o l’abbandono di quanto, in fondo, non abbia a che fare con una fuga da se stessi. E proprio come il titolo della canzone dei Beatles, Tomas è un uomo qualunque, “un po’ come me e te” con il suo desiderio di sparire e di ricominciare da capo, un sogno che sembra impossibile da realizzare.
La De Roo – un’attrice di teatro le cui uniche esperienze cinematografiche sono state quelle fatte con la Toye –si è sentita fin dall’inizio attratta dalla storia perché “è raro vedere in un film un uomo completamente in balia di una donna che lo tiene in pugno e controlla la sua vita”. Lavorare nel film le è piaciuto molto anche perché Patrice Toye ha lasciato agli attori la libertà di lavorare sul set comportandosi normalmente, senza prove e con una direzione tecnica minima.
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